Successioni: una guida sulle cose principali da sapere per capirne il funzionamento
La successione è una materia che a seconda dei casi può diventare anche molto complessa. Il primo passo per orientarsi è conoscere gli aspetti principali che ne regolano il funzionamento.
In questi anni ci siamo soffermati più volte sulla successione per introdurne gli aspetti particolari.
Aspetti che abbiamo riassunto e organizzato in questa guida per disegnare un quadro d’insieme, che raccoglie la maggior parte delle “cose da sapere” per avvicinarsi alla materia e capirne il funzionamento.
Cos’è la successione
Dopo la morte di una persona, si apre la sua successione.
In sostanza, la successione serve a stabilire chi riceverà il patrimonio dello scomparso (denaro, immobili, aziende, e così via).
Come vedremo, in italia la legge regolamenta la successione in maniera da garantire alcune quote dell’eredità a specifiche persone: di conseguenza, bisogna innanzitutto mettere tra parentesi l’immaginario cinematografico di eredità “arbitrarie”.
Andiamo con ordine, e ripercorriamo gli aspetti principali delle successioni, dalla loro apertura in avanti.
Primo passo. Il testamento
Il testamento è obbligatorio? No, non lo è.
Si può decidere di non farlo: in quel caso, la conseguenza pratica è di lasciare che sia la legge a regolare l’eredità, senza quindi esprimere nessuna volontà specifica – neppure nella percentuale e con le modalità che la legge consente.
Si parla infatti di
- Successione legittima (in assenza di testamento)
- Successione testamentaria (quando c’è testamento)
Può capitare anche una situazione dove le due successione convivono: succede quando solo alcuni aspetti della successione sono regolati con un testamento.
Il testamento ha tre caratteristiche da non perdere di vista:
- è unilaterale: esprime solo la volontà di chi fa testamento
- è personale: chi fa testamento, lo deve fare in prima persona. In questo caso non ci si può fare rappresentare da qualcun altro
- è formale: si deve fare nelle forme previste dalla legge, altrimenti non vale nulla. Insomma, non si può improvvisare un testo, firmarlo ed essere certi di avere davvero scritto un testamento che sarà riconosciuto agli occhi della legge.
I tipi di testamento
Come abbiamo appena visto, in teoria niente ci obbliga a lasciare un testamento. Se lo facciamo, deve però assumere una forma riconosciuta dalla legge.
Ci sono due tipi di testamento ordinario (vedremo più sotto che cosa è invece quello “speciale”):
- Testamento olografo: è il più semplice. Si tratta di un testamento che scriviamo e firmiamo di nostro pugno. In sostanza è una scrittura privata. Anche in questo caso eventuali mancanze o errori formali possono renderlo nullo.
- Testamento scritto con atto del notaio. In questo caso si parla di testamento pubblico, perché ha la natura dell’atto pubblico. In questo caso si dichiarano le volontà al notaio, che le scrive e legge in presenza di testimoni. Se in vece si tratta di un testamento segreto, si consegna al notaio la scheda che lo contiene (sempre in presenza di testimoni) : il notaio la sigillerà e aggiungerà l’atto di ricevimento.
Il testamento speciale è invece un testamento lasciato a un pubblico ufficiale in circostanze eccezionali: per esempio malattie contagiose, calamità pubbliche o infortuni.
Tipi di testamento: approfondisci
Come sapere se esiste un testamento
È un’informazione piuttosto semplice da reperire.
Ci si può rivolgere al Registro generale dei testamenti che può dirci se una persona deceduta ha fatto testamento in Italia o in alcuni stati esteri (e, nel caso, dove il testamento è custodito).
Sapere se esiste un testamento: approfondisci
A chi deve “per forza” andare una parte di eredità?
Come dicevamo all’inizio, la legge italiana prevede che ad alcune persone sia destinata per forza di cose una parte di eredità – in virtù dei loro rapporti di parentela con chi è scomparso.
Questa parte di eredità si chiama quota di legittima, e le persone a cui è riservata sono i legittimari.
Chi sono i legittimari
I legittimari sono
- il coniuge
- i figli (o i loro eredi)
- gli ascendenti (ossia gli antenati, chi è nato prima di noi e da cui discendiamo, per esempio i nostri genitori o nonni)
Cos’è la quota di legittima
Quota di legittima è il valore minimo che la legge riconosce ai legittimari: non può essere ridimensionata né con il testamento né con donazioni fatte in vita.
Le quote possono essere calcolate solo una volta aperta la successione: ossia, quando si hanno tutti gli elementi per calcolarle – sia dal punto di vista del patrimonio lasciato, sia per ciò che riguarda il panorama degli eredi.
Per esempio, se una persona dopo la sua morte lascia un coniuge e due figli, il coniuge riceverà ¼ dell’eredità, ¼ andrà ai due figli (che se lo divideranno) e ¼ rimarrà come quota disponibile, che potrà essere destinata liberamente.
Approfondisci i casi possibili
Rinunciare all’eredità
Può succedere che convenga rinunciare all’eredità. Come mai? Perché la successione non portà con sé solo il patrimonio, ma anche i debiti della persona scomparsa. Di conseguenza, può anche capitare che l’eredità sia in passivo.
In questo caso, si può sempre rinunciare. L’importante, ancora una volta, è rispettare formalità e scadenze.
Tuttavia, questa non è una scelta che dev’essere fatta per forza al buio.
Accettare l’eredità con beneficio di inventario
Se siamo in dubbio sull’eredità che stiamo per ricevere, e vogliamo capire se ci saranno brutte sorprese rispetto a eventuali debiti, ci viene in soccorso l’eredità con beneficio di inventario.
Come funziona, lo dice la sua stessa definizione: prima di accettare l’eredità, chiediamo di conoscere il suo “inventario”: beni, crediti e debiti. In questo modo potremo capire se conviene o meno rinunciare a riceverla.
Di nuovo, il rispetto di tempi e modi è importante per non perdere questa opportunità.
Eredità con beneficio di inventario: come fare
Cosa fare se la propria quota non è rispettata
Se siamo legittimari di un’eredità e veniamo danneggiati, perché non riceviamo la quota minima che ci spetterebbe, possiamo tutelarci con una azione di riduzione.
Con questa azione, possiamo far dichiarare dal giudice l’inefficacia del testamento e delle donazioni che hanno leso i nostri diritti.
Attenzione alle donazioni in vita
Esiste una – errata – percezione della donazione, per cui sarebbe un modo per disporre più liberamente del nostro patrimonio quando siamo ancora in vita, assegnando il bene donato diversamente da come la legge ci obbligherebbe a fare nella successione (per esempio, donando un immobile a una persona che non sarebbe legittimario).
Tuttavia, non funziona così. Difatti, la quota di legittima non può essere danneggiata per mezzo di una donazione fatta in vita da chi lascia l’eredità! All’apertura della successione, potrà essere rimessa in discussione.
Un esempio: la donazione di casa
E se l’eredità è internazionale?
Dal 17 agosto 2015, un nuovo strumento viene in aiuto di chi deve gestire queste situazioni: è il regolamento dell’Unione europea (Regolamento (UE) 650/2012) «relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all’esecuzione degli atti pubblici in materia di successioni e alla creazione di un certificato successorio europeo».
In sintesi, questo regolamento individua la residenza abituale come criterio per risolvere il problema della legge applicabile quando scompare una persona che ha vissuto in nazioni diverse.
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