Il sistema giuridico anglosassone rispetto al nostro: pregi, difetti e prestiti
Abbiamo messo a confronto i due sistemi perché entrambi associano pro e contro, e danno lo spunto per alcune osservazioni di carattere generale ed esempi concreti: a partire dagli acquisti immobiliari, per arrivare allo strumento del trust.
Chi di noi non è influenzato dall’immaginario hollywoodiano dei legal drama? Un filone, quello di film e serie televisive incentrate sulle figure degli avvocati, che ha ispirato molte pellicole divenute famose.
Ma allo stesso tempo, tutti prima o poi abbiamo scoperto che per quanto avvincenti le gesta filmiche degli avvocati anglosassoni sarebbero impensabili in Italia: e non solo per la naturale ‘tara’ da attribuire alle necessità di copione, ma proprio perché il nostro sistema giuridico è profondamente diverso.
Quali sono queste differenze? Partiamo da quella più sostanziale.
Common law e civil law. Differenze
Nel mondo anglosassone il sistema è basato sulla “common law” (consuetudine): in sostanza, si tratta di un meccanismo per cui si fa riferimento ai precedenti giuridici, più che ai codici. Ci si basa su sentenze precedenti, pronunciate in passato da un giudice nel corso di un processo, su fattispecie identiche o analoghe a quella in esame. Nel nostro civil law, invece, il fulcro di tutto sono le leggi scritte, il codice.
La differenza che stiamo introducendo non ci interessa solo da un punto di vista strettamente culturale: la sua comprensione, come vedremo, ci servirà a inquadrare meglio, per esempio, le specificità del trust e i motivi della sua fortuna italiana in alcune casistiche specifiche (ma anche del suo non troppo infrequente fraintendimento!).
A proposito del sistema anglosassone, per capirne meglio le caratteristiche e le derive pratiche, come sempre la cosa migliore è appoggiarsi a qualche caso molto concreto, senza addentrarsi in esempi troppo complessi.
Sistema anglosassone: l’esempio dell’acquisto di una casa
Prendiamo una situazione fra le più comuni e – perlomeno da noi – considerate ‘standard’: la compravendita immobiliare. In Italia, il percorso che porta all’atto di compravendita (salvo casi eccezionali) è piuttosto prevedibile e rettilineo.
Ci piace una casa, facciamo la nostra offerta, vincolante per l’offerente (la cui accettazione è è a sua volta vincolante: segniamoci mentalmente questo avverbio!), e se l’offerta è accettata firmiamo l’atto, dopo le opportune verifiche fatte dal notaio. Perché questo percorso da noi è piuttosto prevedibile e rettilineo? Molto deriva dal nostro sistema fondato sul codice civile: la maggior parte delle garanzie legate a una compravendita immobiliare (esempio banale: ciò che il costruttore di un nuovo immobile è obbligato per legge a garantire) sono già stabilite a monte dalla legge, per cui al momento di firmare l’atto la principale attività ‘legale’ riguarda le verifiche del notaio, che ha il ruolo di garante super partes.
Nel mondo anglosassone lo scenario è molto diverso. Siccome poco o nulla è stabilito dalla legge, ogni atto di compravendita immobiliare è un contratto vero e proprio, redatto ex novo, dove gli avvocati delle due parti (acquirente e venditore) si devono sedere a tavolino e scambiarsi le loro bozze, finché tutti sono soddisfatti.
Inoltre, l’accettazione della proposta non è vincolante: significa che, in teoria, l’acquirente potrebbe arrivare al momento dell’atto (dopo tutta la fase di contrattualizzazione) e veder saltare l’acquisto perché il venditore non è più disposto a vendere al prezzo offerto (il venditore infatti non è obbligato a nulla finché non firma) e allo stesso modo l’acquirente può cambiare idea fino all’ultimo momento e non procedere più all’acquisto.
Una situazione che crea qualche comprensibile disagio: come segnalato di recente in un articolo sul Sunday Telegraph, “La pratica del cosiddetto Gazumping ( “vendita al migliore offerente”) potrebbe essere messa fuori legge e gli agenti immobiliari hanno ricevuto una formazione ufficiale, pianificata dal governo, per ridurre lo “stress” legato all’acquisto di una casa. I ministri oggi annunciano proposte per impedire ai venditori di accettare offerte più elevate ma successive a un accordo di vendita, e di creare sanzioni finanziarie per gli acquirenti che si ritirano dall’acquisto e dunque fanno crollare l’intera catena […] “Ecco perché siamo determinati ad agire per rendere il processo più veloce e meno stressante. In questo modo si può aiutare a risparmiare tempo e denaro in modo che le persone possano concentrarsi su ciò che conta: trovare la casa dei loro sogni“.1
In sostanza, le caratteristiche intrinseche al sistema anglosassone fanno sì che il processo di acquisto di una casa sia travagliato e – cosa più importante – abbia costi sociali elevati, che si traducono in molti soldi spesi dalle persone per foraggiare un processo che poi non sempre porta all’esito sperato (“Il collasso delle vendite spesso lascia gli acquirenti con centinaia di sterline spese per nulla, un totale che ogni anno è di 270 milioni di sterline buttate in compravendite che non si realizzano, secondo le cifre del Tesoro”).2
Pro e contro. Prestiti tra i due sistemi
Quello dell’acquisto immobiliare è un esempio particolarmente utile per mettere in evidenza pro e contro dei due sistemi: che in questo caso emergono molto chiaramente.
Nel sistema anglosassone, l’elasticità è un grande pregio, a cui fa però da naturale contraltare una carenza di codificazione, di ‘regole’ stabilite a priori. Nei casi di situazioni più prevedibili, seriali (come può essere appunto l’acquisto di casa) emergono con più decisione questi limiti.
Mentre, in un sistema come il nostro, diventa tutto più semplice perché al momento della compravendita non bisogna ricreare e concordare le garanzie tra le parti, ma serve invece una figura che le tuteli entrambe, super partes. Ecco perché il notaio nel nostro ordinamento ha soprattutto un ruolo antigiudiziale: Il suo fine è di evitare conflitti, non di favorire una delle due parti (infatti, in Italia abbiamo solo lo 0,01% di incidenza di cause legate ad atti notarili).
Inoltre, se è più prevedibile l’esito del procedimento che porta alla compravendita, lo sono anche i costi, meno suscettibili di variazioni.
Questo, per un atto immobiliare.
Tuttavia, abbiamo messo a confronto i due sistemi proprio perché entrambi associano pro e contro, e danno lo spunto per alcune osservazioni.
Innanzitutto, la necessità di conoscere entrambi i mondi, nel momento in cui ci sia una situazione dove è obbligatorio il dialogo tra i due sistemi giuridici (con il rischio di farli collidere): per esempio, nel caso di una compravendita internazionale Italia/Regno Unito. Situazione non semplice, che ci siamo trovati spesso a gestire.
E poi, invertendo la prospettiva, ci sono invece casi dove l’elasticità e la possibilità di contrattualizzare in maniera ‘sartoriale’, tipici del sistema anglosassone, danno possibilità altrimenti impensabili per il nostro sistema.
Ecco allora che il primo pensiero va al trust: tipo contrattuale di ascendenza anglosassone, che proprio per le sue caratteristiche diventa lo strumento adeguato per gestire situazioni complesse relative ad esempio al passaggio generazionale del patrimonio di famiglia o alla tutela di particolari soggetti o situazioni (non solo quindi questioni strettamente materiali, come testimonia il “dopo di noi”), dove è imprescindibile la costruzione ad hoc del contratto. E dove, a differenza di situazioni più ‘standard’, anche i costi e le risorse necessarie alla sua costruzione sono ampiamente giustificate dai fini perseguiti.
Lo vedremo più in dettaglio nel prossimo post.
note
- Testo originale: "GAZUMPING could be outlawed and estate agents given formal training under government plans to reduce the 'stress' of buying a home. Ministers today announce proposals to prevent sellers accepting higher offers following an agreement to sell, and create financial penalties for buyers who pull out of purchases and cause chains to collapse [...] "That's why we're determined to take action to make the process faster and less stressful. This can help save people money and time so they can focus on what matters - finding their dream home"
- Testo originale: "Collapsing purchases often leave buyers hundreds of pounds out of pocket leaving an annual total of £270 million wasted on transactions that never take place, according to Treasury figures"
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