
Eredità internazionali: ecco il regolamento dell’Unione europea
In vigore dal 17 agosto 2015, risolve tra l'altro il problema della legge applicabile quando una persona ha vissuto in nazioni diverse
Cosa succede quando una successione coinvolge più di una nazione europea, e le loro differenze normative riguardo alle «eredità»?
Le complicazioni possono essere molte: e non è questione da poco, se pensiamo che ogni anno 450 mila famiglie sono coinvolte in una successione internazionale – e circa 120 bilioni di euro. Numeri importanti.
Dal 17 agosto 2015, un nuovo strumento viene in aiuto di chi deve gestire queste situazioni: è il regolamento dell’Unione europea (Regolamento (UE) 650/2012) «relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all’esecuzione degli atti pubblici in materia di successioni e alla creazione di un certificato successorio europeo».
In sintesi, questo regolamento individua la residenza abituale come criterio per risolvere il problema della legge applicabile quando scompare una persona che ha vissuto in nazioni diverse : per residenza abituale s’intende lo stato dove una persona ha vissuto con «durata» e «regolarità», anche nell’ottica delle «condizioni» e delle «ragioni» del soggiorno. Nei casi più complicati, se una persona si è spostata molto, questo tipo di valutazione potrebbe per esempio individuare nella nazione di origine il luogo dove «è situato il centro degli interessi della sua famiglia e della sua vita sociale», dove c’è la maggior parte dei suoi beni e vivono le persone più vicine – e interessate dall’eredità.
Per l’Italia, il nuovo regolamento aiuta a gestire questo tipo di situazioni, soprattutto quando si tratta – caso non insolito – della scomparsa di una persona straniera (non cittadina italiana) a lungo e regolarmente residente nella nostra nazione, per cui si applicherà la legge italiana.
All’inverso, se si trattasse di italiani residenti all’estero (in maniera abituale), al momento della scomparsa si applicherebbe la legge dello stato estero di residenza. Qui entra in gioco un altro aspetto del regolamento: l’opportunità di fare una «espressa scelta di legge» che permette l’applicazione della legge italiana.
Infatti, è sempre possibile scegliere in anticipo l’applicazione della legge della nazione di origine, oppure dello stato di residenza al momento della scomparsa. O ancora, chi ha più di una cittadinanza può indicare a quale legge nazionale affidare la propria successione.
Il regolamento introduce anche il certificato successorio europeo. In sostanza, questo certificato serve a far valere in un altro stato membro dell’Unione europea i diritti degli eredi e dei legatari (e il loro ruolo di esecutori o amministratori testamentari), evitando complicazioni e percossi troppo complessi.
Il regolamento si applicherà a tutte le successioni che si sono aperte a partire dal 17 agosto 2015.
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