
Patto di famiglia: un modo per dare continuità all’azienda
Il patto di famiglia è un contratto che serve a dare continuità nella gestione delle imprese. Fa eccezione rispetto ai patti successori, che sono invece vietati dal nostro ordinamento.
Premessa. Cosa sono i patti successori e perché sono vietati
I patti successori sono le convenzioni con cui una persona
- dispone della propria successione («della propria eredità») prima della propria morte
- dispone di diritti che potrebbero venire da una successione non ancora aperta
- rinuncia a diritti che potrebbero venire da una successione non ancora aperta.
Guardando dalla prospettiva di chi riceve il lascito, con questi patti sarebbe possibile disporre di propri beni o diritti (oppure di beni o diritti di terzi, o di rinunciare a essi) prima che la successione stessa sia aperta.
Ma è proprio questo il motivo per cui nel nostro ordinamento i patti successori sono vietati – e anche se stipulati sono comunque nulli. Infatti vanno contro il principio della «revocabilità delle disposizioni testamentarie»: principio per cui le volontà del testamento possono in qualsiasi momento essere «dichiarate non più valide e operanti» da chi le ha espresse. Di conseguenza, è chiaro che stabilirle in maniera irrevocabile con contratti o convenzioni (i patti successori, appunto) va in aperto contrasto con questo principio.
C’è però un’eccezione: si chiama patto di famiglia, riguarda la gestione delle società ed è un contratto legittimo con cui un imprenditore trasferisce la propria azienda o le proprie partecipazioni (in tutto o in parte ) a uno o più discendenti.
A cosa serve il patto di famiglia?
Serve per assicurare continuità nella gestione delle imprese, evitando liti sull’eredità e preservando così l’azienda. Per farlo, è possibile
- individuare uno o più discendenti dell’imprenditore (figli, nipoti) ritenuti adatti all’incarico
- trasferire nei loro confronti l’azienda o le partecipazioni
- liquidare i diritti economici dei cosiddetti “legittimari”: persone che per legge avrebbero diritto a una quota dell’eredità, ma a cui non sono assegnate l’azienda o le partecipazioni.
Ci sono vantaggi fiscali?
La legge prevede un regime agevolato (non assoggettabilità all’imposta) per i trasferimenti di aziende familiari individuali o collettive, effettuati anche tramite i patti di famiglia a favore di discendenti che si impegnano a continuare l’attività nei successivi cinque anni.
Questo regime è estremamente vantaggioso, e prevede l’esenzione da
- l’imposta di donazione
- l’imposta di trascrizione per le relative formalità
- l‘imposta catastale per le relative volture
Il patto di famiglia è utilizzabile da qualunque imprenditore, anche piccolo?
Certo. Le imprese possono essere grandi, medie, piccole: non importa. Possono essere società per azioni, società a responsabilità limitata, società di persone, imprese individuali o familiari: il patto di famiglia può essere usato da qualsiasi imprenditore.
Riassumendo
- i patti successori consentirebbero di disporre di propri beni o diritti (oppure di beni o diritti di terzi, o rinunciare a essi) prima che la successione stessa sia aperta
- in Italia sono vietati, e anche se sottoscritti non valgono (perché sono in contrasto con il principio di revocabilità del testamento)
- fa eccezione il patto di famiglia, che riguarda le società: è un contratto con cui un imprenditore trasferisce la propria azienda o le proprie partecipazioni
- può essere utilizzato da qualsiasi imprenditore, per qualsiasi forma di società.
- ha notevoli vantaggi fiscali.
Nel prossimo articolo vedremo come si gestiscono i rapporti con i “legittimari” e qual è il ruolo del notaio.
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