
Amministratore di sostegno: un aiuto per i più deboli
Vediamo chi (e come) può richiederlo, e qual è il suo ruolo.
Chi è l’amministratore di sostegno, e di chi si prende cura
L’amministratore di sostegno è nominato per prendersi cura della persona e del patrimonio di chi non riesce a provvedere a sé e ai propri interessi.
Questa impossibilità può essere dovuta a un problema fisico o psichico, anche parziale o temporaneo.
Non solo anziani e disabili: può essere il caso di alcolisti, tossicodipendenti, detenuti. Per esempio, i malati terminali possono ottenere un amministratore di sostegno anche in previsione di una futura (ed eventuale) incapacità.
Chi lo può richiedere
Il ricorso può essere proposto
- direttamente da chi ne ha bisogno: anche se minore, interdetto o inabilitato
- da moglie o marito
- dalla persona che ci convive in maniera stabile
- da parenti (entro il quarto grado)
- da affini (entro il secondo grado)
- dal tutore o curatore
- dal pubblico ministero
- dai responsabili dei servizi sanitari e sociali impegnati direttamente nella cura e assistenza della persona (se sono a conoscenza di fatti che lgiustificano la richiesta).
Per la presentazione del ricorso non serve l’assistenza di un avvocato.
Come si richiede
Per chiedere l’amministrazione di sostegno si deve presentare un ricorso al giudice tutelare.
Il ricorso dev’essere presentato al giudice tutelare del luogo in cui risiede chi ha bisogno di sostegno.
Chi può essere nominato
Se possibile, il giudice tutelare preferisce nominare
- il coniuge (non separato legalmente)
- la persona che convive in maniera stabile
- il padre o la madre
- il figlio
- il fratello o la sorella
- il parente entro il quarto grado
- la persona indicata dal genitore superstite con il testamento, un atto pubblico o una scrittura privata autenticata.
Gli operatori dei servizi pubblici o privati che hanno in cura (o in carico) la persona non possono essere i suoi amministratore di sostegno.
Come avviene la nomina
L’amministratore di sostegno è nominato con un decreto del giudice tutelare.
Il decreto deve indicare
- le generalità della persona amministrata e del suo amministratore di sostegno
- la durata dell’incarico, che può essere anche a tempo indeterminato
- l’oggetto dell’incarico e gli atti che l’amministratore di sostegno ha il potere di compiere in nome e per conto del beneficiario. In sostanza, si tratta di chiarire che cosa l’amministratore può fare.
- gli atti che il beneficiario può compiere solo con l’assistenza dell’amministratore di sostegno
- i limiti delle spese che l’amministratore di sostegno può sostenere
- i tempi con cui l’amministratore di sostegno deve aggiornare il giudice sull’attività svolta e le condizioni di vita personale e sociale del beneficiario.
Ricordiamo che la scelta dell’amministratore di sostegno «avviene con esclusivo riguardo alla cura ed agli interessi della persona del beneficiario».
In sostanza, significa che deve essere una scelta costruttiva, mirata ad aiutare chi è in difficoltà e migliorarne la vita. Anche per questo può e deve essere valutata di caso in caso, circoscrivendo gli ambiti in cui occorre l’assistenza dell’amministratore.
Come intendiamo il lavoro del notaio? Aiutarvi a chiarire le idee e a scegliere per il meglio.
Per questo, consulenze e risposte non costano nulla.
Chiamateci (+39 02 55017906 o su Skype). Oppure scriveteci un'email, così vi richiamiamo noi.
E se avete un dubbio e la nostra risposta può essere d'aiuto anche ad altri, lasciate una domanda qui, o su Facebook.