Testamento è una parola di uso comune. Protagonista anche di immaginari narrativi, la utilizziamo spesso in espressione figurate (quante volte ascoltiamo la formula “fare testamento”, per commentare gli ambiti e i concetti più disparati?). Per questo, in generale tutti sappiamo a che cosa si riferisce: è il documento con cui una persona dispone a chi destinare il suo patrimonio dopo la morte .
In realtà, nella pratica giuridica la materia delle successioni è molto più complessa di quanto si creda, e non può tradursi in una semplice redazione delle volontà del “testatore” (ossia di chi fa testamento). La sua autonomia ha vincoli che tutelano gli eredi legittimi, e il testamento deve rispettare requisiti di forma che se non sono rispettati possono vanificarne la volontà.
In generale, complessità e delicatezza delle successioni derivano infatti da un conflitto di fondo che si è sempre cercato di risolvere nella forma, ma nella sostanza resta piuttosto complicato: il rapporto tra la libertà dell’individuo e la necessità di creare regole d’applicazione generale.
Per questo la consulenza del notaio è preziosa: la materia delle successioni è una nostra competenza pressoché esclusiva, e grazie agli strumenti del diritto possiamo aiutarvi a rendere efficace la vostra volontà, evitando spiacevoli complicazioni.
Nel nostro ordinamento esistono tre tipi di testamento: olografo, segreto e pubblico. Hanno tutti la stessa efficacia.
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